Francesco Misiano, militante rivoluzionario fra cinema e politica

UNA RASSEGNA A MOSCA

UNA RASSEGNA A MOSCA

CATANZARO. La rassegna che la Cineteca della Calabria ha organizzato a Mosca e San Pietroburgo, da domani sino all’11, per ricordare Francesco Misiano, nato a Ardore, in Calabria, e cittadino del mondo, è un omaggio a un personaggio eccezionale dei primi decenni del secolo scorso, sia in campo cinematografico che politico. La vita di Misiano, militante rivoluzionario, produttore, cineasta che ha segnato la storia del cinema sovietico e mondiale, è quasi leggendaria. Già anni fa, Eugenio Attanasio e Francesco Scarfò l’avevano raccontata nel film Il caso Misiano con testimonianze dirette e materiali di repertorio. La sua storia si intrecciava al solidarismo operaio con il Soi (Soccorso Operaio Internazionale), ai moti spartachisti in Germania, alla nascita del Partito comunista in Italia, agli incontri con intellettuali, artisti e rivoluzionari, fino alla grande avventura nel cinema sovietico. La Mezrabpom, casa cinematografica fondata da Misiano nel 1924 su mandato del SOI, produsse in poco più di dieci anni di vita, ben 160 opere di finzione (tanti film di genere come commedie e film storici, fuori dall’arte di propaganda), 240 documentari, e una cinquantina di cortometraggi prevalentemente cartoni animati.
Ma il grande colpo di Misiano fu invitare Douglas Fairbanks jr. e Mary Pickford in un viaggio nell’Urss. L’accoglienza fu entusiasmante, il pubblico russo infatti era particolarmente attratto dai film che arrivavano dall’America. I fans sovietici si scatenarono e quella visita memorabile, preludio di un rapporto proficuo tra cinema americano e sovietico, che ha dato punto al film di Serghiej Komarov Il bacio di Mary Pickford. La «scoperta» di Misiano, dal 1990 in poi, si deve ad alcuni studi di Bruno Grieco e di Giovanni Spagnoletti che, insieme a Claudio Natoli, parteciparono anche, alcuni anni fa, a una tavola rotonda che il Goethe Institute aveva organizzato insieme a una rassegna a Roma con la riproposizione dei capolavori del cinema sovietico degli Anni Venti prodotti da Francesco Misiano. Film che portano la firma di Vsevolod Pudovkin (La madre), Lev Kulesov (Dura lex), Serghiej Protazanov (Aelita), Nikolaj Ekk (Cammino verso la vita), Boris Barnet (Sobborghi), e tanti altri. La rassegna venne accompagnata dal volume Francesco Misiano: l’italiano che inventò il cinema dei soviet». Bruno Grieco aveva scritto un articolo nell’87 su L’illustrazione italiana, e ha ripreso l’argomento anni dopo con un articolo sul manifesto. «Ho conosciuto Misiano – scriveva – nel 1931, avevo nove anni. Venne ad accoglierci, mia madre, mio fratello ed io, alla stazione ferroviaria di Mosca dove eravamo giunti come tappa obbligata della nostra lunga peregrinazione antifascista attraverso l’Europa. Misiano ci fece salire sulla sua Lincoln, una decappottabile malandata. Rimanemmo solo tre mesi in una città affamata. Li ho trascorsi per buona parte nello stabilimento della Mezrabpom».
I tempi dell’entusiasmo per la visita di Douglas Fairbanks jr. e Mary Pickford erano lontani e avevano lasciato il passo a una dura repressione. Francesco Misiano muore a Mosca, misteriosamente, nel 1936 a 52 anni. Un anno prima era stata incendiata la Mezrabpom e da tempo erano cominciate le purghe con l’eliminazione anche fisica degli avversari. «Misiano – scriveva ancora Grieco – non può sfuggire a questo clima, tutta la sua vita è stata tesa ad allacciare rapporti internazionali anche con personalità eterodosse rispetto al sistema imperante». La settimana di Mosca e San Pietroburgo vedrà vari incontri con due tappe fondamentali. Domani a Mosca la relazione di Giovanni Spagnoletti e gli interventi di Nam Kleumann, del Museo del cinema di Mosca, Giuseppe Maria Grenci, Eugenio Attanasio e Giovanni Scarfò, Giuseppe Campisi; col Premio Misiano al documentarista Pavel Kostomarov autore di How I Ended This Summer. All’università di San Pietroburgo (il 7), incontro con gli studenti e la proiezione di La fine di San Pietroburgo di Pudovkin prodotto dalla Mezrabpom.

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