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Ancora sassi contro una sede Cisl Fiom sotto accusa anche a Livorno

Cgil, Pd e Confindustria: fatti gravissimi da isolare. Landini: “Basta atti di intolleranza, distraggono dagli attacchi al contratto”

Cgil, Pd e Confindustria: fatti gravissimi da isolare. Landini: “Basta atti di intolleranza, distraggono dagli attacchi al contratto”

ROMA – Dopo le uova, i sassi. Dopo la sede di Treviglio, quella di Livorno. Si fanno sempre più tesi i rapporti fra Fiom e Cisl: ieri, le tute blu della Cgil avevano organizzato una manifestazione nella città toscana per protestare contro l´accordo separato firmato da Cisl e Uil con Federmeccanica. Seicento persone circa, un corteo per le vie del centro, cori e slogan senza nessun particolare problema fino a quando, in chiusura, la manifestazione è approdata davanti alla sede della Confindustria. E lì che è partito il primo lancio di uova, ed è da lì che un gruppetto di una sessantina di persone si è sganciato dal corteo, ha raggiunto la locale sede della Cisl – un centinaio di metri più in là – e al grido di «venduti» e «servi dei padroni», assieme alle uova ha lanciato anche delle pietre .
Un nuovo atto di intolleranza arrivato solo poche ore dopo il lancio di uova di giovedì, sempre contro una sede della Cisl, a Treviglio, provincia di Bergamo. Un gesto che ha sollevato ondate di polemiche e che ha messo la Fiom al centro di unanimi critiche. Molte infatti le reazioni, a partire dalla stessa Cisl, che con una nota delle segreteria, ha invitato la Cgil a«prendere le distanze» da chi «vuol trasformare il confronto in una pericolosa escalation di violenza» e soprattutto ha chiesto che vengano adottati «tutti i provvedimenti previsti dagli statuti per evitare il ripetersi di tali azioni». Perché «non esiste nessuna giustificazione per chi vuol delegittimare l´azione di un altro sindacato con i metodi dello squadrismo».
La Cgil, che già aveva condannato i fatti di Treviglio, ieri ha ribadito la sua solidarietà ai colleghi della Cisl e ripetuto che considera i fatti di Livorno «gravissimi, estranei alla Cgil e alla cultura democratica del paese». «La fase è molto delicata» – ha fatto notare – «bisogna abbassare i toni » e applicare «alla massima vigilanza». Anche Maurizio Landini, leader della Fiom, parlando ai suoi, li ha avvertiti di non farsi strumentalizzare e d´ impedire che atti d´intolleranza possano distogliere l´attenzione dal vero centro della questione: l´attacco ai diritti dei lavoratori.
Ma il clima resta teso: pur riconoscendo alla Cgil la netta presa di distanza dai fatti di Treviglio e Livorno, Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, ha voluto sottolineare come «non si possa dire, come qualcuno ha fatto, che questi siano casi isolati». Il clima – ha detto -«preoccupa molto». Ancora più netto il giudizio di Luca Montezemolo, presidente della Ferrari: «bisogna isolare, anche con durezza, le mele marce».
Di fatto uova e pietre lanciate da un sindacato contro l´altro, allontanano sempre di più l´unità fra Cisl, Uil e Cgil. Eppure non è detto che debba andare sempre così: proprio ieri i metalmeccanici delle tre sigle, hanno sfilato insieme a Roma contro la chiusura dei cantieri navali. L´unità va perseguita, ne è convinto il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi: ieri ha scritto una lettera ai segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil per invitarli in città a discutere «su come le diversità possano misurarsi senza cedere al ricatto estremista». Perché «tre grandi organizzazioni non possono farsi dettare l´agenda da episodi prodotti da minoranze velleitarie».

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