Nuovi ghetti e rimozioni a Bratislava e Praga. La protesta di Amnesty

RAZZISMO A EST
PRAGA. Le recenti espulsioni dei Rom ordinate dal presidente francese Sarkozy hanno riportato nuovamente l’ attenzione dei media sulla situazione dei Rom in Repubblica ceca e in Slovacchia. La situazione sociale dei Rom nei due Paesi è infatti molto difficile sotto vari aspetti. Grazie alla speculazione immobiliare molte comunità  tradizionali dei Rom sono state spinte in periferia.

RAZZISMO A EST
PRAGA. Le recenti espulsioni dei Rom ordinate dal presidente francese Sarkozy hanno riportato nuovamente l’ attenzione dei media sulla situazione dei Rom in Repubblica ceca e in Slovacchia. La situazione sociale dei Rom nei due Paesi è infatti molto difficile sotto vari aspetti. Grazie alla speculazione immobiliare molte comunità  tradizionali dei Rom sono state spinte in periferia.

L’ innalzamento degli affitti nelle maggiori città e nei centri economici ha creato in Repubblica ceca centinaia di località socialmente escluse abitate prevalentemente dai Rom. Secondo le associazioni Rom ci sono almeno un centinaio dei veri e propri ghetti, dove mancano le infrastrutture sociali di base come le scuole o centri per attività sociali e attività economiche, che possano creare dei posti di lavoro. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto, che questi ghetti si trovano in area depresse, come il nord Boemia o la regione di Ostrava, che sono caraterizzate da un alto tasso di disoccupazione, da una presenza capilare della criminalità organizzata e da un razzismo diffuso e aperto. La situazione è ancora più grave nell’est della Slovacchia dove numerose colonie dei Rom non hanno accesso all’acqua corrente o all’elettricità, e dove ci sono state delle «rivolte della fame», come quella del 2002 quando i Rom hanno saccheggiato diversi negozi di alimentari per procurarsi i beni di prima necessità. Ci sono così delle sacche di povertà diffuse al margine della società maggioritaria, che si vuole credere ricca e benestante e chiude perciò gli occhi di fronte a questi fenomeni.
La situazione sociale è ulteriormente aggravata da un accesso discriminatorio all’ istruzione. Come sottolineano anche i recenti rapporti di Amnesty International, i bambini rom, pur avendo i presupposti per frequentare gli istituti ordinari, vengono nella maggior parte mandati dalle autorità scolastiche negli istituti speciali, che dovrebbero occuparsi soltanto di allievi con problemi psichici. Ciò crea una macchia indelebile sul loro curriculum scolastico e li preclude la possibilità di frequentare i licei e gli istituti tecnici, per non parlare delle università. Negli ultimi anni si sono verificati anche dei gravi episodi di violenza. Nell’autunno del 2009 i gruppi neonazisti hanno tentato diverse volte un assalto violento contro gli abitanti del quartiere rom di Janov nel nord della Boemia e ancora nell’aprile del 2010 si sono registrati anche diversi attachi incendiari contro delle abitazioni dei Rom nella regione di Ostrava. Ma gli attivisti delle associazioni Rom e delle Ong concordano, che gli attacchi nei confronti dei Rom sono piuttosto diffusi anche se di rado fanno notizia.
Le società dell’ ex Cecoslovacchia sono carraterizzate da un sentimento anti-Rom diffuso e aperto. Secondo le rilevazione demoscopiche più del 70% dei cechi e degli slovacchi non vorrebbero un Rom come vicino di casa o come compagno di scuola dei propri bambini. I Rom sono spesso apostroffati come ladri, abusatori degli assegni familiari o nullafaccenti. Non sorprende quindi, che i politici tentino di sfruttare a loro favore questa ostilità. I casi più eclatanti sono il Partito nazionale slovacco (Sns, alleato della socialdemocrazia slovacca) con le proposte di sterilizzazione di massa delle donne rom o l’ ex vice-premier ceco Jiri Cunek, che come sindaco di Vsetin ha fatto deportare diverse famiglie rom dalla sua città. Sebbene nella Repubblica ceca non ci sia un vero e proprio partito xenofobo e razzista di rilievo, le pulsioni anti-rom attraversano tutto lo spettro politico, dai comunisti ai conservatori. I più attivi sono soprattutto gli amministratori locali, che propongono classi separate a scuola, ghetti circondati dallo filo spinato e simili facezie. A livello nazionale poi i politici cercano voti facili per una lotta contro la criminalità o contro l’abuso degli sostegni sociali con un rimando ai Rom. I cechi e gli slovacchi tendono però a chiudere gli occhi e a rimuovere i Rom dal proprio immaginario. Grazie a ciò i partiti neonazisti e xenofobi non sono riusciti a capitalizzare politicamente il sentimento anti-rom diffuso nella società: insomma, meglio ostracizzare che organizzare pogrom.

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