Bruxelles, 29 settembre 2010: manifestazione contro l’austerity. “Per il lavoro e il servizio pubblico”. AFP
Sciopero generale in Spagna, corteo a Bruxelles, proteste in Irlanda, Italia, Serbia, Lettonia e Francia. Mentre la Commissione passa al setaccio i bilanci nazionali, in Europa cresce la protesta contro l’austerity e la riforma delle pensioni.
Bruxelles, 29 settembre 2010: manifestazione contro l’austerity. “Per il lavoro e il servizio pubblico”. AFP
Sciopero generale in Spagna, corteo a Bruxelles, proteste in Irlanda, Italia, Serbia, Lettonia e Francia. Mentre la Commissione passa al setaccio i bilanci nazionali, in Europa cresce la protesta contro l’austerity e la riforma delle pensioni.
Oggi la Spagna affronta il primo sciopero generale dell’era Zapatero. Gli spagnoli protestano contro la riforma del mercato del lavoro e le misure di austerity imposte dalla crisi del debito nella zona euro.
Ma il malcontento cresce in tutta Europa. Una grande manifestazione europea si svolge oggi a Bruxelles. La Confederazione europea dei sindacati (Etuc) si aspetta 100mila persone da 30 paesi per dire “no all’austerity”. L’ultima mobilitazione di questo tipo risale al dicembre 2001, quando la Ces aveva portato 80mila persone nella capitale europea per chiedere “più Europa sociale”.
In Portogallo la Cgtp, la prima confederazione sindacale portoghese vicina al Partito comunista, ha organizzato manifestazioni a Lisbona e a Porto. Le due principali confederazioni sindacali polacche, Solidarnosc e Opzz, protestano davanti alla sede del governo. Altre manifestazioni sono annunciate in Irlanda, Italia, Serbia e Lettonia. In Francia le mobilitazioni contro la riforma delle pensioni sono previste per il 2 ottobre.
I sindacati sperano di influenzare la Commissione europea, che dovrebbe presentare oggi i suoi piani per punire i paesi della zona euro dalla politica di bilancio troppo lassista. D’ora in poi i paesi che spendono troppo o non riducono abbastanza il proprio debito dovranno pagare delle multe. Il 30 settembre si riuniranno nella capitale europea i ministri delle finanze dell’Unione.
Dopo la crisi del debito che ha messo in evidenza le eccessive spese pubbliche della Grecia e di molti altri paesi della zona euro, in Italia, Gran Bretagna, Spagna, Germania, Irlanda, Portogallo e Francia i governi hanno annunciato tagli e riforme dei sistemi pensionistici.
Ma questa politica, ha sottolineato il segretario generale della Ces John Monks, rischia di aggravare la recessione in un momento in cui l’economia versa già in gravi condizioni. La Ces vuole invece un sostegno alla crescita, posizione condivisa dal Fondo monetario internazionale, che negli ultimi mesi ha lanciato diversi appelli in questa direzione.
(traduzione di Andrea De Ritis)
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