La confederazione respinge l’attacco ai contratti, conferma l’appoggio alla Fiom e indice una manifestazione nazionale per il 27 novembre. Epifani: “Al conflitto occorre associare la capacità di proposta, la capacità di innovazione e di cambiamento”
La confederazione respinge l’attacco ai contratti, conferma l’appoggio alla Fiom e indice una manifestazione nazionale per il 27 novembre. Epifani: “Al conflitto occorre associare la capacità di proposta, la capacità di innovazione e di cambiamento”
E’ in atto un attacco senza precedenti, concentrico, di governo e Confindustria ai contratti, ai diritti, allo stato sociale. Un attacco vero per cancellare le conquiste dei lavoratori, a cominciare dal diritto di sciopero. Partendo da questo presupposto, Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, ha indicato al Direttivo della confederazione le tappe della mobilitazione: il 29 settembre si svolgeranno in tutta Europa le manifestazioni indette dalla Ces per il lavoro e il welfare nell’ambito delle quali la confederazione ha organizzato una manifestazione nazionale a Roma; il 16 ottobre la Cgil sarà a fianco della Fiom nella manifestazione nazionale, sempre a Roma, organizzata dalla Federazione dei metalmeccanici per l’occupazione e i contratti; sabato 27 novembre si svolgerà una manifestazione nazionale a sostegno delle riforme con il coinvolgimento di tutte le forze della società civile che si renderanno disponibili. Una manifestazione, si legge nel documento approvato dal Comitato direttivo con 106 voti a favore contro i 19 andati al documento presentato dall’area programmatica ‘La CGIL che vogliamo’, “per cambiare la politica del governo e dare risposte alle lavoratrici, ai lavoratori, ai pensionati e ai giovani”.
A queste iniziative “centrali”, che proseguiranno in una mobilitazione anche attraverso il ricorso allo sciopero generale, se ne aggiungeranno moltissime a livello di categorie e di territorio in tutta Italia sui temi del lavoro e del precariato, degli ammortizzatori sociali, del fisco e delle pensioni, ma anche del mezzogiorno, della legalità, dell’immigrazione, della solidarietà.
Epifani ha sottolineato che, in particolare, dalle imprese e dal governo viene un durissimo attacco alla Fiom, “e quindi alla Cgil”, con la disdetta del contratto da parte della Federmeccanica e le iniziative della Fiat contro le regole contrattuali e il diritto di sciopero. Le deroghe e le dure sanzioni ai lavoratori che protestano (i tre delegati di Melfi licenziati e reintegrati hanno incontrato Epifani e Susanna Camusso) sono gli strumenti di questo attacco molto grave che, ha detto il segretario, tende a raffigurare la Fiom e la Cgil come il sindacato del “no”, senza tenere conto che tutti i contratti, tranne quello dei metalmeccanici, sono stati firmati anche dalle categorie CGIL e che la stessa Fiom ha sottoscritto migliaia dei 12 mila accordi aziendali che le strutture della CGIL hanno firmato in tutta Italia. Le accuse alla Fiom, dunque, “sono false”.
Epifani ha inoltre definito gravissima la decisione del governo di bloccare, nella sostanza, i contratti del pubblico impiego e della scuola che interessano milioni di lavoratori. Per Epifani occorre però un impegno di tutto il sindacato per uscire dall’attuale situazione e trovare un terreno di confronto contrattuale con le controparti insieme alle altre confederazioni. “Ma non può essere il solo conflitto a farci riconquistare il tavolo”, ha detto, ed ha aggiunto: “Al conflitto occorre associare la capacità di proposta, la capacità di innovazione e di cambiamento per evitare che la situazione dei meccanici peggiori e si estenda ad altre categorie”. Anche per avviare questo dibattito la Cgil organizzerà nei prossimi giorni un seminario del gruppo dirigente sui contratti.
Documenti:
Il documento conclusivo
Il documento della minoranza
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