Esce in Inghilterra l’epistolario dell’autore delle “Vie dei canti”, chiosato da commenti e smentite della moglie
Esce in Inghilterra l’epistolario dell’autore delle “Vie dei canti”, chiosato da commenti e smentite della moglie
Nella lunga introduzione che precede l´epistolario di Bruce Chatwin, Nicholas Shakespeare ammette che la reputazione dello scrittore oggi è in fase calante. Shakespeare, curatore di un´antologia che Jonathan Cape pubblica il 2 settembre col titolo Under the Sun: The Letters of Bruce Chatwin, è un rispettato critico e autore di narrativa.
ERA AMICO DI CHATWIN – il suo nome appare in molte di queste lettere – e rimase in contatto con lui fino al 1989, l´anno della morte. Scrisse pure una bella biografia a cui lavorò per sette anni. Elizabeth, la vedova di Bruce, gli chiese di collaborare per rintracciare le lettere del marito sparse in tutto il mondo.
Quanto Shakespeare riferisce riguardo alla reputazione di Chatwin è quindi attendibile. La sua conclusione è che l´autore fu apprezzato in vita meno di quel che meritasse. Dopo la sua morte, si sviluppò intorno a lui un vero e proprio culto che contribuì a farlo considerare tra gli scrittori britannici più importanti del secolo scorso. Oggi quest´interesse è scemato e nell´antologia leggiamo di molti scrittori, in passato affascinati da Chatwin, che ora lo descrivono come «una frode, un poseur e un impostore». L´antologia, lunga 555 pagine, inizia con le prime lettere che Bruce scriveva dal collegio ai genitori e si conclude con le ultime note dal letto di morte. Molte lettere indirizzate ad agenti ed editori, con dettagli tecnici ed amministrativi, avrebbero potuto essere omesse senza danneggiare la comprensione di chi è interessato alla personalità dello scrittore. C´è tuttavia un elemento nuovo che non avevamo trovato in alcun altro epistolario. Sono i caustici, brevi commenti che Elizabeth – la vedova e co-curatrice del libro – ha aggiunto in calce a molte lettere. Quando Chatwin scrive che insieme avevano dato un ricevimento con 350 persone per annunciare il loro fidanzamento nel 1965, lei precisa: «non abbiamo mai dato questo ricevimento». Quando lui riferisce di essere stato capace di bere più dei russi, pur recitando loro i sonetti di Shakespeare (in questo caso William), lei aggiunge che, rientrando in albergo, il marito si vomitò sulla vestaglia. Lo smentisce di frequente e ci dice che era disordinato, volubile, incapace di tollerare luoghi e persone per più di un mese. Con una semplice puntura sgonfia la mistica dello scrittore. Forse ci sarà chi interpreterà tutto questo come l´inaugurazione di un nuovo genere che vedrà vedove e vedovi passare alla posterità grazie al diritto di replica.
Chatwin sposò Elizabeth Chanler nel 1965. Lui aveva 25 anni, lei 27. Si erano incontrati da Sotheby´s, dove lui era entrato a 18 anni finita la scuola superiore a Marlborough. Nella casa d´aste londinese, Bruce lavorò come facchino. Fu promosso come catalogatore e poi come esperto di impressionisti e antichità. Lei, americana, era la segretaria del presidente di Sotheby´s. Bruce, anglicano, seguì un corso per prepararsi al matrimonio senza convertirsi al cattolicesimo di lei, ma si impegnò a educare gli eventuali figli come cattolici. Non ebbero mai rapporti sessuali e vissero separatamente la maggior parte dei loro giorni. Molti degli amanti di lui sono noti. Tuttavia, dopo la morte di Bruce, Miranda Rotschild ha dichiarato di avere avuto un frenetico rapporto sessuale con lui. Elizabeth era con lo scrittore quando questi morì.
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