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Putin incontra Anna e le altre spie “Abbiamo cantato inni patriottici”

Il premier russo ed ex agente del Kgb: “So chi li ha traditi”    “È una vita molto dura, in un mondo ostile e senza copertura diplomatica”  

Il premier russo ed ex agente del Kgb: “So chi li ha traditi”    “È una vita molto dura, in un mondo ostile e senza copertura diplomatica”  

Mosca – Da qualche parte, in un rifugio nelle foreste a sud di Mosca, Anna la Rossa ha avuto il suo premio di consolazione. Niente medaglie, almeno per il momento, ma un´indimenticabile festicciola di bentornati a casa dedicata a lei e agli altri nove agenti beccati in flagrante dall´Fbi ed espulsi dagli Stati Uniti due settimane fa. A fare da padrone di casa e da animatore della serata nientedimeno che Vladimir Putin, premier di Russia, cresciuto nel Kgb, e tuttora punto di riferimento ideale per tutti i membri del servizio segreto dalle reclute agli alti ufficiali.
Proprio con l´orgoglio della spia, di professione e di vocazione, Putin ha voluto rivelare il suo incontro con i dieci sfortunati colleghi che era ovviamente rimasto assolutamente segreto. Non un incontro formale da capo di governo, ma una vera rimpatriata tra commilitoni finita con canti patriottici e magari con qualche bicchierino di troppo. Si sa come vanno queste cose. Finite le chiacchiere, i racconti, gli aneddoti personali, qualcuno ha accennato l´attacco di “Dove comincia la nostra Patria?” e immediatamente è partito il coro. La canzone dell´era sovietica, resa celebre anche tra i civili da un film del regista Vladimir Bassov, è un classico del repertorio dell´ex Kgb sin dai tempi della lotta contro i nazisti. Perfetta per scaldare il cuore di un veterano come Putin e per trasformare completamente la serata finita tra canti nostalgici e abbracci camerateschi. E magari anche qualche proposito di vendetta.
Non a caso, ieri mattina, a Foros in Crimea, mentre raccontava a un gruppo di giornalisti esterrefatti i particolari del party delle spie, Putin ha voluto precisare più di un volta: «Sono stati traditi, e sappiamo anche da chi». A chi gli ha chiesto se fossero in programma azione punitive ha risposto secco: «Non sono cose che si possono discutere in una conferenza stampa». Come a dire: «Non lo saprete mai». Del resto lo stesso premier ha spiegato: «Queste persone vivono dentro uno schema di leggi non scritte. Tutti i professionisti delle intelligence internazionali conoscono e rispettano queste leggi». La punizione dunque arriverà ma rimarrà una questione per addetti ai lavori e i servizi statunitensi devono già averla messa in preventivo. Non per niente l´Svr, il dipartimento estero dei servizi segreti russi, di cui fanno parte i dieci “americani” non ha mai smentito di occuparsi anche di azioni militari all´estero e in qualche caso perfino di veri e propri omicidi mirati.
Ma quello che stava più a cuore a Putin era informare i russi che il governo non ha abbandonato i dieci come nessuno degli altri agenti in azione nel mondo. Ha promesso che torneranno presto al lavoro e anche con incarichi di tutto rispetto. E ci ha messo del suo nel raccontare da esperto come sia difficile ma affascinante la vita da spia: «Non ne avete idea. Bisogna conoscere una lingua straniera meglio della propria, decidere sempre da soli, vivere costantemente sotto pressione. Ma è una vita straordinaria». Un vero spot per i servizi segreti che, tra l´altro, registrano da qualche anno un calo di vocazioni. Ieri, il sito che contiene anche i moduli per le domande di arruolamento, ha registrato un piccolo record di contatti.

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