Kosovo, è contagio-indipendenza ora è scontro sui serbi di Bosnia

Vasta offensiva diplomatica di Belgrado per arginare le conseguenze del parere della Corte 

Vasta offensiva diplomatica di Belgrado per arginare le conseguenze del parere della Corte 

All´indomani del parere favorevole all´indipendenza kosovara da parte della Corte internazionale di giustizia altre voci secessioniste si sono fatte sentire, in altre regioni del pianeta. Voci che le cancellerie e gli Stati sovrani hanno subito cercato di tacitare. I serbi di Bosnia, per esempio, hanno ieri ribadito con forza il loro desiderio di indipendenza dal mosaico nazionale che Washington abbozzò, forse con troppa fretta, all´indomani della sanguinosa guerra finita nel 1995. 

 

A perorare la causa dell´autonomia della Repubblica serba di Bosnia (Srpska) è stato il suo primo ministro, Milorad Dodid, il quale s´è detto pronto a combattere per un nuovo status «compatibile con la legge internazionale, in linea, cioè, con la Corte dell´Aja». Alle velleità indipendentiste del premier Dodid ha risposto l´ambasciatore statunitense a Sarajevo, Charles English, sentenziando che «ogni divisione della Bosnia è inaccettabile per legge». 
Oltre all´Abkhazia (che si è de facto staccata dalla Georgia nel 2008), hanno applaudito al pronunciamento della Corte anche la Croazia e la Macedonia. Per il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, il Kosovo rappresenta un caso “particolare” e non dovrà perciò creare precedenti. La posizione tedesca corrisponde a quella dei 69 Paesi che hanno riconosciuto l´indipendenza kosovara ma che non intendono sottoscrivere la tesi del “vaso di Pandora” aperto dalla Corte internazionale. Temendo un effetto di contagio alla Catalogna e ai Paesi Baschi, il governo spagnolo ha invece confermato che non intende riconoscere l´indipendenza del Kosovo. 
In serata, Belgrado s´è detta pronta a lanciare una vasta offensiva diplomatica per arginare gli effetti del pronunciamento di due giorni fa, spedendo inviati in una cinquantina di paesi che potrebbero riconoscere la sovranità del Kosovo.
Sempre ieri, le forze dell´Unimik hanno arrestato a Pristina il governatore della banca centrale del Kosovo, Hashim Rexhepi. Un arresto non casuale, perché l´Ue insiste da tempo sulla necessità che il paese balcanico lotti a fondo contro la dilagante corruzione. Pristina ha capito che Bruxelles continuerà ad elargirgli aiuti finanziari a patto che vengano sconfitti il malcostume e la disonestà, a partire dai più alti livelli istituzionali

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password