Dossier illegali Telecom Tronchetti Provera indagato

Con lui anche l’ex ad Buora e il capo della security Bracco. L’iscrizione chiesta da giudice romano  
 Traffico illecito di tabulati e accessi abusivi effettuati attraverso il sistema Radar 

Con lui anche l’ex ad Buora e il capo della security Bracco. L’iscrizione chiesta da giudice romano  
 Traffico illecito di tabulati e accessi abusivi effettuati attraverso il sistema Radar 

MILANO – «Lei qua non ha nessuna veste da indagato». Era solo il 9 marzo scorso quando nell´udienza preliminare il giudice Mariolina Panasiti iniziava l´interrogatorio di Marco Tronchetti Provera. E specificava che la presenza dell´avvocato di Tronchetti era dovuta solo a tutelarlo come presidente di Pirelli, in quanto la società era coinvolta nell´inchiesta sui dossier illeciti per la responsabilità dell´ente sancita dalla Legge 231. Per il resto Tronchetti Provera era semplicemente un testimone e non aveva bisogno di un avvocato.

Eppure le cose non stavano così. Da quanto hanno lasciato trapelare ieri gli inquirenti, già allora Tronchetti Provera era indagato per le stesse ipotesi di reato (accessi abusivi informatici, corruzione e associazione a delinquere) per le quali si apprestava a essere interrogato. Ma né il pm Stefano Civardi né il collega Nicola Piacente hanno mai informato il giudice e gli avvocati presenti in aula, cosicché quegli interrogatori possono ora risultare nulli perché rilasciati da Tronchetti senza la dovuta tutela. L´iscrizione del numero uno di Pirelli e di Telecom, insieme con quella dell´allora amministratore delegato Carlo Buora e del responsabile della Security e del personale Gustavo Bracco, non è avvenuta a opera dei pm milanesi, ma per imposizione del giudice di Roma Aldo Morgigni, che ha ravvisato nei fatti relativi a un traffico illecito di tabulati e agli accessi abusivi effettuati attraverso il sistema Radar, la stessa responsabilità dei vertici di Pirelli e di Telecom, più volte sottolineata anche dall´ufficio gip milanese, prima col giudice Giuseppe Gennari e poi con la stessa Mariolina Panasiti. Il pm romano Pietro Saviotti aveva chiesto l´archiviazione del fascicolo aperto contro ignoti. A fine 2009, Morgigni invece aveva optato per indagare i vertici e di trasmettere tutto a Milano, in quanto l´utilizzo dell´applicativo Radar, un sistema informatico di Telecom che permette di estrarre i tabulati senza lasciare traccia, era al centro anche dell´inchiesta di Civardi e Piacente. Il gip Gennari ha ora concesso ai pm la proroga indagini.

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