Scontri e feriti, tornano i black bloc

Sfilano in 10 mila, a Toronto vetrine rotte e attacchi alla polizia

Sfilano in 10 mila, a Toronto vetrine rotte e attacchi alla polizia TORONTO – «Questi non sono contestatori, sono criminali. A tutti cittadini devo raccomandare di stare lontano dal centro della città», grida il sindaco di Toronto, David Miller. Sono le 15.30 locali (21.30 italiane) quando la tensione esplode a poche centinaia di metri dal blindatissimo summit. Quattro auto della polizia sono assalite e incendiate, distrutte le vetrine di agenzie bancarie e caffè Starbucks, aggredite anche delle troupe televisive, almeno tre i feriti in un primo bilancio degli scontri. Sotto assedio la City finanziaria, l´ambasciata americana, l´hotel York che ospita statisti stranieri. Intere delegazioni governative asserragliate, bloccate nei loro movimenti su decisione del premier Stephen Harper. I reparti speciali antisommossa mettono le maschere antigas e lanciano i lacrimogeni. Tutto accade in pochi minuti, e cambia l´atmosfera di una protesta che fino a quel momento era stata pacifica.

Un miliardo di dollari canadesi spesi per la sicurezza non sono bastati. La manifestazione ha spiazzato l´imponente dispositivo delle forze dell´ordine. Due le sorprese. Il corteo pacifico, organizzato da ong umanitarie come Oxfam, ha avuto molti più aderenti del previsto: diecimila invece dei due o tremila anticipati dalla polizia. L´altra “sorpresa” era prevedibile. Sono i black-bloc, i gruppi di anarchici violenti che ebbero il loro battesimo nel 1999 a Seattle. La loro presenza era nota almeno da giovedì, quando la polizia aveva sequestrato un auto col bagagliaio pieno di armi vicino al vertice. Eppure sabato pomeriggio i black bloc sembrano dei marziani per la polizia. Spuntano all´improvviso dal corteo principale, partono simultaneamente in direzioni diverse: vanno a colpire le banche, le insegne di multinazionali-simbolo della globalizzazione. Si avvicinano pericolosamente alle barriere che difendono gli hotel delle delegazioni ufficiali. Ai funzionari delle delegazioni straniere viene consigliato di non uscire dal perimetro del summit per non diventare bersagli. Le linee del metrò vengono interrotte, chiude la stazione ferroviaria. La risposta della polizia è lenta, impacciata all´inizio forse anche dalla speranza di dare un´immagine tollerante del summit. Quando appaiono i primi fucili per lacrimogeni, i blindati e i reparti a cavallo, dal corteo principale nel quartiere King and Wellington si alzano urla di protesta: «Vergogna, Stato di polizia!».
Le violenze dei black-bloc ancora una volta riescono a oscurare le ragioni del grande corteo pacifico. La protesta non violenta aveva un lungo dossier di denunce. Gli aiuti ai paesi poveri sono diminuiti nel biennio della recessione globale: mancano 15 miliardi di dollari sui 50 promessi dall´ultimo G8. L´Italia, inadempiente nelle promesse di contributo al fondo globale per la lotta all´Aids, è uno dei paesi sotto accusa. Il G8 si conclude con il comunicato che condanna il programma nucleare dell´Iran e il terrorismo di Stato della Corea del Nord. Auspica che entro cinque anni il governo afgano possa mantenere la sicurezza con le sue sole forze. Poi c´è l´annuncio di 7 miliardi di aiuti per aiutare la maternità nei paesi del Terzo mondo: ma saranno spesi veramente?

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