L’ira di Mosca dopo la retata dell’Fbi “A rischio i progressi nei nostri rapporti”

La Russia difende i suoi cittadini arrestati: “Sono innocenti”La Casa Bianca: “Nessun impatto negativo”. Obama sapeva quando ha visto Medvedev

La Russia difende i suoi cittadini arrestati: “Sono innocenti”La Casa Bianca: “Nessun impatto negativo”. Obama sapeva quando ha visto Medvedev Mosca – Qualcuno negli Stati Uniti è preoccupato dalla nuova politica di apertura verso la Russia. Per questo avrebbe fatto scoppiare la bomba delle spie arrestate lunedì «con accuse farneticanti e in mala fede, usando metodi e toni da Guerra Fredda». A Mosca non hanno dubbi. Dopo una notte di sorpresa, verifiche e consultazioni al vertice, la linea è questa: falsità ordite dai nemici di Obama e che rischiano di rovinare sul nascere la nuova amicizia tra i due paesi sancita, appena la settimana scorsa, dal “vertice del fast food” tra i due presidenti. Alla prima nota ufficiale emessa in mattinata dal ministero degli Esteri – «sono cittadini russi e non hanno commesso alcuna azione diretta contro gli interessi degli Stati Uniti» – si è aggiunta poche ore dopo l´ironia dello stesso ministro Lavrov: «Un´operazione del genere, diffusa in maniera così clamorosa subito dopo l´incontro tra Medvedev e Obama… Una scelta di tempi, davvero elegante».

Più ruvido, come da copione, il premier Vladimir Putin che proprio ieri sera ha incontrato l´ex presidente Usa Bill Clinton, a Mosca per una visita privata preparata da tempo. «Da voi – ha detto – la polizia ha perso il controllo e si è messa a fare arresti senza senso. Speriamo che questo non rovini il lavoro di chi si sforza di migliorare i nostri rapporti». E poi, dopo una delle sue proverbiali pause studiate: «L´essenziale è che quelli che vogliono l´amicizia tra i nostri Paesi, capiscano la situazione». Allusione precisa: nemmeno un´ora dopo, a Washington, un portavoce del dipartimento di Stato retto dalla signora Clinton, sentiva il bisogno di fare una dichiarazione. «La scoperta della rete di spie non pregiudicherà in alcun caso la ricerca di relazioni sempre migliori e amichevoli con la Russia». Poco dopo, una nota della Casa Bianca ribadiva: lo scandalo non danneggerà il «nuovo inizio» che i rapporti Mosca-Washington stanno vivendo. La stessa Casa Bianca è stata però costretta ad ammettere che Obama era al corrente dell´operazione in corso quando ha incontrato Medvedev ma non ne ha discusso con l´ospite.
Obiettivo politico raggiunto dunque, ma resta l´inquietudine. Ai 10 arresti di lunedì se ne è aggiunto intanto un altro, un uomo fermato a Cipro e rilasciato su cauzione. Su cosa ci faccia una rete di spie russe nel 2010 in una periferia del New Jersey si sono interrogati a lungo ieri esperti di tutte le estrazioni. In genere per confutare le accuse sostenendo che una rete del genere nell´era moderna non avrebbe alcun senso logico e soprattutto alcun interesse strategico. Ma la spiegazione forse viene da Londra, dove vive Oleg Gordevskij, ex vicecapo del Kgb passato all´Occidente nell´85: «Negli Stati Uniti ci sono ancora almeno 500 agenti russi inviati tra la fine degli anni ´80 e i primi anni ´90. Di questi almeno 80 sono organizzati con il metodo della finta coppia come il nucleo scoperto lunedì». Probabile che questi nuclei siano stati nel corso degli anni sempre meno utilizzati ma tenuti comunque in servizio e rafforzati di tanto in tanto con forze fresche.
Non a caso la maggiore attenzione dei media è concentrata sui due elementi più giovani: il sinologo Mikhail Samenko, 27 anni, e la bellissima Anna Kushenko, 28 anni. Il primo è un laureato poliglotta esperto di transazioni finanziarie. La seconda ha un master in economia, un marito inglese che le ha regalato il meno sospetto cognome di Chapman, e un passato da giovane leader degli industriali moscoviti. Entrambi sono arrivati negli Usa da tre anni, forse per sostituire le antiquate missioni spionistiche con altre operazioni, come il riciclaggio di denaro e un monitoraggio della tanto deprecata fuga di cervelli russi negli Stati Uniti. L´Fbi farà presto sapere i particolari. Per questo a Mosca insistono: «Non mettiamo a rischio la ritrovata amicizia».

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password