Nuove rivelazioni sulle tecniche di interrogatorio: i sanitari consigliavano nuovi metodi in base alle reazioni dei detenuti
Nuove rivelazioni sulle tecniche di interrogatorio: i sanitari consigliavano nuovi metodi in base alle reazioni dei detenuti
NEW YORK – L’ultimo regalo dell’amministrazione di George W.Bush a Barack Obama è un’accusa che rimanda alla Germania nazista: i prigionieri usati come cavie umane. Il Nobel per la Pace ora dovrà sopportare anche questo. Vero è che il suo governo, con il ministro della Giustizia Eric Holder in testa, ha avviato un’inchiesta su quegli interrogatori speciali ai terroristi voluti dell’ex capo del Pentagono Donald Rumsfeld e dall’ex vicepresidente Dick Cheney. Ma l’accusa di Medici per i Diritti Umani rischia di riaprire quella pagina che il presidente, ribadendo più volte appoggio e fiducia alla Cia, ha cercato di non riaprire. E proprio mentre un’altra inchiesta rivela gli sprechi del carcere di Guantanamo che lui ha inutilmente promesso di chiudere: due miliardi di dollari.
Per la verità la presenza di personale medico durante quegli interrogatori terribili era stata resa già nota da un rapporto targato Croce Rossa dello scorso anno. I medici dovevano assicurarsi che tecniche come il warterboarding, cioè l’affogamento simulato, la deprivazione del sonno e così via non oltrepassassero i limiti autoimposti dal governo che avrebbero protetto le spie dall’accusa di torture. Ma proprio nel momento in cui i medici prendevano nota delle tecniche di interrogatorio i pazienti sarebbero diventati “cavie”. Le tecniche infatti furono modificate proprio grazie a queste osservazioni. L’acqua fu sostituita da una soluzione salina per scongiurare il rischio di polmonite o iponatriemia, cioè una riduzione di sodio che può portare alla morte.
L’osservazione dei medici portò a introdurre un lettino speciale dove l’interrogato (o il torturato?) potesse essere trasportato in caso di soffocamento. E sempre grazie all’osservazione medica i detenuti vennero sottoposti a diete liquide per evitare che potessero soffocare nel loro stesso vomito.
Al “New York Times” che ha rivelato la denuncia il portavoce della Cia Paul Gimigliano smentisce le accuse: il rapporto non è corretto e il governo ha già passato al microscopio l’intero programma di detenzione. Ma Jonathan D.Moreno, professore di etica all’università di Pennsylvania, non è d’accordo: non c’è alcun intento terapeutico nella raccolta di questi dati, non si può usare la gente come fosse un laboratorio.
Le nuove accuse arrivano mentre un’inchiesta del “Washington Post” rivela anche gli sprechi economici nella prigione del terrore. Quando il governo di Bush decise di trasformare quell’avamposto dimenticato nei Carabi, più di 500 milioni furono spesi in ristrutturazione, dal campo da volley allo Starbuks. E compresi i costi di mantenimento di 150 milioni all’anno (il doppio di una normale prigione Usa) la bolletta del contribuente sale oggi a 2 miliardi di dollari.
Sprechi stellari. Come quelli, stavolta addebitabili anche all’amministrazione Obama, che saltano fuori in Afghanistan. Decine di milioni di dollari spesi per pagare compagnie private per scortare i beni della Nato. E quelle compagnie, spesso legate a funzionari afgani, che spendevano invece soldi per pagare le mazzette ai Taliban.
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