Secondo Ristretti Orizzonti sono almeno 13 i casi nel 2009 e 7 nel 2010 non conteggiati dal ministero di Giustizia. Si tratta di decessi avvenuti in caserme, ospedali giudiziari, questure, Cie e altri luoghi che non rientrano nella conta ufficiale
Secondo Ristretti Orizzonti sono almeno 13 i casi nel 2009 e 7 nel 2010 non conteggiati dal ministero di Giustizia. Si tratta di decessi avvenuti in caserme, ospedali giudiziari, questure, Cie e altri luoghi che non rientrano nella conta ufficiale MILANO – Per il ministero della Giustizia i casi di suicidi e decessi avvenuti in carcere sono stati 59 nel 2009 e 28 dall’inizio del 2010, ma per il Centro Studi di Ristretti Orizzonti (giornale del carcere di Padova) sono di più: almeno altri 13 nel 2009 e 7 nel 2010. Gli ultimi due casi sono recenti. Il 22 giugno Thomas Göller, 43 anni, si impicca in provincia di Bolzano dopo aver saputo che sarebbe dovuto rientrare in carcere per non aver rispettato i termini di custodia cautelare. Mentre il 27 giugno Y.A., marocchino di 22 anni, si uccide nei locali della Questura di Agrigento, forse per il timore di essere rimpatriato.
Le statistiche del ministero della Giustizia non tengono conto dei decessi che avvengono in strutture detentive che fanno riferimento ad altri ministeri, come i Cie, gli ospedali giudiziari, le caserme e le questure. “Inoltre non si tiene conto dei decessi che sono stati causati nelle strutture detentive ma che avvengono fuori dal carcere”, afferma Francesco Morelli, di Ristretti Orizzonti. Se un detenuto cerca di uccidersi o viene picchiato in carcere, ma poi muore in ospedale, non viene classificato come vittima del carcere: emblematico è sotto questo aspetto, il caso di Stefano Cucchi, che infatti non risulta nelle statistiche del ministero.
“Raccogliere i dati è per noi molto difficile -continua Francesco Morelli- le istituzioni cercano sempre di fare passare i decessi come casi clinici e i dati del nostro Centro studi vengono raccolti spesso da canali informali, come famiglie, avvocati, volontari o agenti penitenziari. Per questo riteniamo siano comunque stime per difetto”. Il caso di Francesco Mastrogiovanni, morto legato al letto nell’ospedale giudiziario di Salerno dopo tre giorni di sofferenza è emblematico: “Sono vicende che emergono fortuitamente, perché qualcosa va storto nel processo d’insabbiamento, ma sono la punta di un iceberg fatto da tanti casi sospetti spesso classificati in tutta fretta come decessi naturali”. (Andrea Legni)
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