12 dicembre 1969 ? strage di piazza Fontana ? L’esplosione di una bomba dentro la Banca dell’agricoltura di piazza Fontana a Milano provoca la morte di 16 persone e oltre 80 feriti; un altro ordigno collocato alla Banca commerciale di piazza della Scala rimane inesploso. Tre altre bombe esplodono a Roma all’Altare della Patria e alla Banca nazionale del lavoro, causando 16 feriti. Le autorità di governo e molti quotidiani attribuiscono subito la responsabilità dell’attentato agli anarchici. Verrà arrestato Pietro Valpreda, militante anarchico che sarà indicato come «mostro» dai giornali e che rimarrà in carcere tre anni, prima di essere posto in libertà provvisoria. Molti anni dopo sarà infine assolto, mentre man mano si rafforzava la “pista nera”, che attribuiva le responsabilità della strage al gruppo neofascista Ordine Nuovo e alle coperture avute da ambiti dei servizi segreti e delle istituzioni. Nei vari processi che si sono succeduti sono finiti imputati numerosi militanti di destra, a partire da Franco Freda e Giovanni Ventura, condannati nel 1979 in primo grado all’ergastolo assieme a Guido Giannettini, agente dei servizi segreti (vedi anche 3-5 maggio 1965); sentenza che sarà ribaltata in Appello e si concluderà nel 1987 in Cassazione con l’assoluzione. Nuove indagini operate dal giudice istruttore Guido Salvini di Milano porteranno in seguito a un’ulteriore procedimento contro la cellula di Mestre di Ordine Nuovo. I neofascisti Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni verranno condannati all’ergastolo nel 2001, assolti in Appello nel 2004, con una sentenza infine confermata dalla Cassazione nel 2005. Si è conclusa così, a 36 anni di distanza dalla strage, una contorta vicenda processuale che ha visto svolgersi ben 11 processi, con 4 procedimenti approdati in Cassazione.
La sentenza della Suprema corte, pur mandando assolti gli imputati, riconosce la responsabilità di Ordine Nuovo e sposa la tesi – già condivisa da entrambi i giudici del merito – della colpevolezza di Franco Freda e Giovanni Ventura, individuati come materiali esecutori della strage che inaugurò la strategia della tensione. Ma i due fascisti, essendo stati assolti dalla Corte di Assise di Appello di Bari nel 1985, non sono più processabili.
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